PRESENTATO A ROMA
IL RAPPORTO CIDA-CENSIS SUL CETO MEDIO
Grande successo a Roma per la presentazione, presso la Camera dei Deputati, del Rapporto Cida-Censis “Il valore del ceto medio per l’economia e la società”.
L’evento, a cui ha preso parte il Vicepremier e Ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, oltre a esponenti delle diverse forze parlamentari, ha ricevuto attenzione significativa dalla platea dirigenziale presente in sala e dalle centinaia di persone collegate in streaming.
Notevole risonanza è stata anche generata sui media dai dati che il Rapporto fa emergere, sintetizzati nel comunicato stampa diramato da Cida: numeri e percentuali che offrono una fotografia aggiornata del ceto medio, asse portante del Paese.
E oggi, secondo quanto evidenziato dal Censis, ben il 60,5% degli italiani sente di appartenere al ceto medio. Attenzione però, sono lontani i fasti dell’Italia del Boom economico perché il ceto medio vive una fase di peculiare compressione, con la percezione prevalente di un declassamento socio-economico: il 48,8% degli intervistati vive il timore di una regressione nella scala sociale e il 74,4% ha la convinzione di un concreto blocco della mobilità verso l’alto.
Inoltre, la visione del futuro non è certo all’insegna dell’ottimismo se il 66,6% degli italiani (il 65,7% del ceto medio) è convinto che le generazioni passate vivessero meglio e il 76,1% degli italiani (75,1% del ceto medio) ritiene che le generazioni future staranno peggio di quelle attuali.
«A me preoccupa soprattutto questa assenza di speranza nel futuro – ha sottolineato il Presidente Cuzzilla a margine della sua relazione introduttiva (scaricabile qui) – se le aspettative calano, se non si crede più di poter migliorare la propria condizione, se si ritiene che le generazioni future staranno peggio di quelle attuali, sarà il Paese intero a pagare un prezzo altissimo. È nostra responsabilità, come manager e come società civile, rispondere a questo cambiamento e intercettarne i bisogni prima che sia troppo tardi. Significa investire per avere un sistema costruito sulla triade più alto benessere economico – più alti consumi – aspettative crescenti. Mentre oggi siamo in questa situazione: meno benessere economico – consumi ridotti – aspettative pessimistiche. Solo valorizzando l’impegno nel lavoro, il talento, le conoscenze e le competenze, è possibile riattivare i meccanismi di crescita.»